Celebrazione del festival di Shiva, conferenza e poesia di Lwiis Saliba, su Zoom mercoledì 26/2/2025
Shiva, il cui nome significa buono, gentile, è il terzo dio della trinità indù Trimurti, che comprende: Brahma, Vishnu e Shiva. Shiva è il distruttore: il distruttore dei mondi, il dissolvitore degli elementi e il distruttore dell’ignoranza (Avidya).
Il nome di Shiva non compare nei Veda. Al suo posto c’è una divinità chiamata Rudra, la forma più antica di Shiva. Nel Rig Veda, Rudra è usato come sinonimo di Agni (la dea del fuoco). Nel poema epico Ramayana, Shiva appare come una grande divinità, mentre nel Mahabharata il più grande dei tre è talvolta Vishnu, talvolta Shiva. In molti inni del Mahabharata, Shiva appare come il Signore e creatore di Brahma e Vishnu, colui che rimuove l’ignoranza, l’insegnante e Signore degli yogi.
Le sette shivaite lo considerano la divinità suprema, la verità suprema, il creatore, il fuoco interiore che brucia gli eremiti e il tempo che riporta ogni cosa al nulla e lo ricrea. Ciò richiama il versetto del Corano “Dio inizia la creazione, poi la rinnoverà. Poi sarete ricondotti a Lui” (Rum 30/11), che è ripetuto anche molte volte nel Corano. Egli è l’inizio, la fine, la tesi e l’antitesi, il motore e l’agitatore del mondo percepibile, ed è amore, sia creatore che distruttore. È simboleggiato dal Linga, l’organo maschile eretto che entra nella vagina femminile, la Yoni. Questo è il momento distruttivo, Kala. Lui è il Signore del Sonno. Egli è anche Nátarája: il Re della Danza, la cui danza crea e distrugge il mondo visibile. Ha 1008 nomi ed epiteti. Ogni nome è associato a una delle sue forme. I simboli di Shiva includono la lancia a tre punte, la torcia, l’ascia magica, la mezzaluna che porta tra i capelli, le onde del Gange che scorrevano dai suoi capelli quando cadde dal cielo e la pelle della tigre che gli ricopre i fianchi (Damîru). L’animale che Shiva cavalca Vahana è il toro bianco Nandin, che simboleggia i poteri terreni, la capacità di procreare e il dovere cosmico del Dharma.
Nella maggior parte dei suoi dipinti, la fronte di Shiva è segnata dal terzo occhio, simbolo di conoscenza perfetta, e le sue trecce di capelli nukuta sono simili a quelle di uno yogi; è il modello dello yogi perfetto.
La moglie di Shiva è Shakti o Parvati, dalla quale ha due figli: Ganesha, raffigurato con la testa di elefante, e Subrâhmanya.
Shiva è talvolta raffigurato in una forma mista, sia con la sua consorte Shakti, che simboleggia le energie maschile (Shiva) e femminile (Shakti), sia con Vishnu: Hari-hara, il duo conservatore e distruttivo.
Shiva è considerato il guru dei guru, il distruttore dell’intero mondo materiale, il donatore e distributore di saggezza, il maestro di misericordia, ascetismo e rinuncia.
Il salmo seguente canta Shiva e lo loda in particolare come uno degli attributi divini dell’Unico e dell'”Uno”: il costruttore, il distruttore, l’unificatore delle contraddizioni in se stesso e nei suoi attributi. Il rapporto di Shiva con il monoteismo islamico resta una questione importante, a cui è difficile, se non impossibile, rendere giustizia in così poco tempo. La sorprendente somiglianza tra la Pietra Nera e il Linga di Shiva è già stata discussa nel nostro libro: La lettera in risposta di Tommaso d’Aquino (pp. 90-91). Guru Nanak (1469-1539 d.C.), fondatore della religione Sikh che tentò di conciliare l’Induismo con il monoteismo islamico, riteneva che questa Pietra non fosse altro che lo Shiva Linga, come abbiamo spiegato in questo libro. Comunque, il versetto del Corano: {Li adoriamo solo affinché ci avvicinino ad Allah}. (Rum 30/27), indica un certo senso di monoteismo tra gli antichi meccani.
Salmo per Shiva
Shiva… A te innalzo la mia invocazione
e la mia lode… Salmo e cantico.
O Raccoglitore di contraddizioni…
Oh perfetto yogi
Guru degli yogi
Oh Amante…
E custode della castità.
Patrono degli asceti e dei monaci.
E il santo patrono degli innamorati.
Shiva/Shakti
La dualità maschile/femminile
Onnipresente e presente in tutta la creazione
Il guardiano dell’equilibrio… e della sopravvivenza.
Oh… Come vorrei inchinarmi nel tuo tempio.
Shiva, tu il Distruttore…
Distruttore di mondi in caduta e decadenza
Oh, quanto ho bisogno del tuo lavoro in me.
Ho bisogno di distruggere i sedimenti del passato.
Le impurità della paura, della rabbia, dell’ansia e dell’ignoranza.
Devono essere distrutti per un nuovo inizio
e una nuova nascita.
Om Nama Shivaya
Il tuo bambino che sono… Il tuo bambino che ti corre dietro sperando nel tuo aiuto.
Distruggi dunque in me
I resti del mio passato
Lo sporco e le emozioni che mi corrodono l’essere
Ignoranza e cecità.
Non è forse giunto il momento della mia nuova nascita?
Il nuovo la costruzione
deve essere preceduto dalla distruzione del vecchio
Nessun restauro è utile con i sedimenti.
Oh, come vorrei essere sulle rive del Gange in questo momento.
Questo fiume sacro che sgorga dalla tua testa.
Le sue onde scorrono dalle trecce dei tuoi capelli
Perciò lodo la tua gloria e la tua maestà
Ti invoco insieme agli altri monaci
Quelli che si svegliano
prima dell’alba…
per lodarti e supplicarti
La tua misericordia…e la tua compassione.
E gettare nel fiume sacro
Un fiore… e una candela
Nella tua lode…
Oh Nome Shivaya…
In questa formula divina che è tua
Qualcosa del mistero della creazione… e delle creature.
C’è in esso la supplica della creatura al Creatore.
Proteggici… Guida i nostri passi
Dissipare la nostra ignoranza
Che i nostri occhi siano sempre rivolti verso di te
Che il nostro cammino sia sempre…
da te a te.
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Dai monti del Libano a te sale la mia lode, Signore.
Mentre sorgevano dalle rive del Gange.
Tu sei l’unico e solo…
con tutti i tuoi volti divini
Tu sei l'”Uno” senza un secondo
Come i monaci del Vedanta ti pregano
Eccomi umile davanti a te
Mi inchino nel tuo tempio.
Le montagne e la terra
sono i tuoi templi.
Sorgenti e fiumi
Un regalo da parte tua
per irrigare la tua creazione.
L’intero universo è un dono che ti è stato dato.
Concedici di riconoscere i tuoi doni
per attingere ai tesori della tua saggezza
per contemplare i tuoi segreti
e per comprendere la tua volontà
Tu sei il Creatore, il Conservatore, il Distruttore:
Brahma, Vishnu, Shiva
Gloria a te
per sempre.
Monastero della Natività-Laqlouq
Sabato 30/06/2007
Pellegrino sulle rive del Gange
Sono un turista… Pellegrino
Un devoto Un vagabondo
E le rive del Gange sono il mio pellegrinaggio.
Viaggio da una banca all’altra.
Di monastero in monastero.
In ogni monastero ricevo amore e benedizioni
Prendo cibo per il corpo
e un altro per l’anima.
Possa io trascorrere il resto della mia vita
Come pellegrino sulle rive di questo fiume?
Il pellegrinaggio sulle sue rive
È un viaggio alle fonti
E Colui che ha sete di loro
non sarà spento
anche se beve tutta l’acqua.
Ritorno a te, oh fiume…
Per riportarmi in me stesso.
E ci sei sempre riuscito.
Da quanto tempo sono pazzo?!
Quanto è durato il mio esilio?!
Ed eccomi di nuovo da te…e tu mi hai riportato indietro.
Ogni volta che mi dai la tua acqua
Più mi fai venire sete.
La mia sete può essere placata solo dalla tua santità
e la santità del tuo Creatore.
Puoi parlarmi anche di Lui?
Il silenzio delle tue acque correnti è una preghiera di lode a Lui
L’azzurro delle tue acque celestiali
testimonia la sua bellezza… e ne racconta la storia.
E il verde degli alberi di questa montagna
nella valle in cui scorri
racconta della sua fertilità
che riempie l’universo di vita ed esseri viventi.
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Sono un turista… navigo e cammino
E ogni giorno scopro un continente nell’ignoto di me stesso.
Sono un pellegrino…
E il mio pellegrinaggio durerà una vita, anzi vite e secoli.
E non si fermerà e non si calmerà…
Che quando le acque pure di questo fiume si risciacquano
Tutta la polvere che è incastrata nel sé
E le impressioni e le tracce lasciate lì
Rishikesh il 29/04/2011